giovedì 28 giugno 2012

KINDLE

Il Dipartimento di Stato americano ha  annunciato un'ambiziosa partnership con Amazon. Il progetto - che si svolgerà nel corso dei prossimi cinque anni - prevede che il Dipartimento di Stato spenda fino a 16 milioni e mezzo di dollari per l'acquisto di circa 35.000 Kindle, più i contenuti (ossia i libri) e le spese di spedizione. Il Kindle costa sui 200 dollari, quindi rimangono quasi 10 milioni di dollari da spendere in libri - che, con i prezzi di Amazon, possono voler dire un milione di testi.
Dove andranno questi Kindle? L'idea è di spedirli alle 800 e più biblioteche, sale di lettura pubbliche e centri culturali - frequentati da più di sei milioni di giovani - che il Dipartimento di Stato americano finanzia in tutto il mondo. I presupposti su cui si basa questa iniziativa sembrano solidi - almeno in teoria. Il governo degli Stati Uniti fornisce in ogni caso ai suoi centri culturali libri, pubblicazioni culturali e giornali: se lo farà in formato digitale, risparmierà tempo e denaro. È facile immaginare un sistema in cui gli utenti di un centro culturale in Argentina potranno prendere in prestito un ebook da un analogo centro spagnolo. Inoltre, libri controversi e censurati potranno essere letti senza occupare gli scaffali e attirare l'attenzione dei censori dei governi locali. Ridar vita a una diplomazia rivolta alla gente, affidandola ad Amazon, sembra un'ottima mossa: non c'è da meravigliarsi che i diplomatici americani credano che il programma «servirà a rilanciare l'immagine dell'America come leader tecnologico». Ma si tratta, purtroppo, solo di un pio desiderio - la realtà è molto più complessa

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