Qualcuno lo aveva detto: se Facebook non troverà un nuovo sistema di business, l’attuale strategia pubblicitaria di Menlo Park metterà in crisi il social network (già provato da un ingresso in borsa problematico). E Zuckerberg ha saputo raccogliere la sfida, visto che tra poche settimane lancerà Facebook Exchange: un nuovo modo di fare pubblicità, pensato per bombardare gli utenti con messaggi più mirati da parte degli inserzionisti. Nella speranza che il pesce abbocchi più facilmente all’amo, ingrossando le casse di Facebook, e rassicurando gli azionisti.
Come riporta infatti Bloomberg, secondo un sondaggio della Reuters/Ipsos, attualmente il mondo della pubblicità su Facebook non va esattamente a gonfie vele: solo 1 su 5 degli utenti effettua compere grazie al sistema di advertising del social network. Un sistema che per ora funziona proponendo agli utenti quei prodotti correlati agli interessi palesati sul profilo e ai mi piace disseminati qua e là sulle varie pagine del social network.Tra qualche settimana, però, a questo si aggiungerà Facebook Exchange, un modello di pubblicità basato su un sistema di offerte in tempo reale ( Real-Time Bidding), dove gli ad sono piazzati grazie ad alcune piattaforme, note come demand-side platforms (Dsp). Al momento quelle che stanno testando Facebook Exchange sono otto, come riporta TechCrunch: TellApart, Triggit, Turn, DataXu, MediaMath, AppNexus, TheTradeDesk e AdRoll.In pratica si tratta di integrare la cronologia di navigazione dell’utente nel sistema di offerta pubblicitaria, come già fatto da Google e altre aziende. Un esempio?
Se avete cercato un biglietto per le Hawaii su un sito di viaggio ma non lo avete comprato, allora lo stesso sito potrebbe comparire nell’ormai famigliare barra laterale proponendovi di acquistare un biglietto per Honolulu o una stanza in un hotel. O ancora, avete visitato il sito di un’azienda automobilistica perché volete comprarvi una macchina. Bene, aprendo la pagina di Facebook vi potreste ritrovare la stessa casa che vi propone di comprarla e il prezzo di vendita. Tutto sfruttando i cookies, brevi stringhe di codice che tengono traccia delle nostre attività sul Web. La logica è quella di produrre pubblicità sempre più tagliate sull’utente, in modo da offrirgli, tempestivamente, esattamente quello che vuole quando si trova sul social network. E dimostrare così che Facebook può funzionare come un’ottima vetrina per vendere prodotti. Privacy a rischio? In realtà come riporta Business Insider, Facebook assicura che non condividerà informazioni sui propri utenti con gli inserzionisti, e gli stessi utenti possono limitare il funzionamento di Facebook Exchange scegliendo di bloccare i cookie dei venditori.
FONTE: www.wired.it
IMAGE: www.wired.it
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