lunedì 14 maggio 2012

USA TOP UNIVERSITIES ONLINE


Le due "gemelle rivali" della West Coast come la statale University of California - Berkeley e la privata Stanford si uniscono per un progetto comune. Sorprende ancora di più scoprire che la loro alleanza - il progetto Coursera - nasce all'insegna della "imprenditoria sociale": offre corsi universitari online gratuiti, non profit. Clamoroso, visto che per i corsi tradizionali, nel suo paradisiaco campus nella Silicon Valley, Stanford può fatturarti fino a 60.000 dollari l'anno per un master in economia.
Le sorprese non sono finite: i corsi in formato digitale e interattivo su Internet non riguardano solo le discipline più remunerative su cui le superfacoltà americane hanno costruito la loro rendita - come l'informatica o il management - ma anche le scienze umane, la filosofia, la sociologia. Stanford e Berkeley sono spesso all'avanguardia, due poli d'innovazione la cui presenza nella Baia di San Francisco è cruciale per capire perché la Silicon Valley sia nata proprio qui.

La tradizione di Stanford - formare giovani inventori che creano nei "garage di casa" le imprese destinate a modellare il futuro del pianeta - dura dai tempi di Bill Hewlett e Dave Packard nel 1935; prosegue con Sergey Brin fondatore di Google; arriva fino ai due ventenni creatori di Instagram acquisita da Facebook poche settimane fa per un miliardo di dollari. La peculiare posizione di Stanford, a poche miglia dai quartieri generali di Apple, Google, Facebook, Yahoo!, ne fa un laboratorio di esperimenti continui: fu la prima istituzione accademica ad accettare che la propria biblioteca (tre milioni di volumi) venisse riprodotta in formato digitale da Google.
Ma ora Berkeley e Stanford non hanno il monopolio del nuovo progetto. Dentro la società non profit Coursera hanno come partner delle prestigiose concorrenti della East Coast come Princeton e University of Pennsylvania. Soprattutto, in quella che il New York Times definisce "la Battaglia dei Titani", si muove un progetto parallelo e rivale lanciato da Harvard con il Massachusetts Institute of Technology (Mit): si chiama edX, anche questa è una società non profit che offre corsi online gratuiti nel mondo intero. E fin dalla nascita ha già 60 milioni di dollari di fondi.
Il presidente di edX è una celebrità accademica, di origine indiana: lo scienziato Anant Agarwal, già direttore del laboratorio di informatica e intelligenza artificiale al Mit. Proprio il Mit ha già raccolto i primi successi nell'istruzione avanzata online: da due mesi offre il corso Circuiti ed Elettronica a 120.000 studenti nel mondo intero. Chi arriverà fino alla fine, superando gli esami online, riceverà un voto e un certificato di master, anche se per adesso questi diplomi non sono "trasferibili" per l'iscrizione ai corsi tradizionali del Mit.
La concorrenza californiana non è da meno: qui a Stanford il docente di informatica Sebastian Thrun sta concludendo il suo primo semestre di insegnamento a 160.000 studenti in Artificial Intelligence: senza avere mai "incontrato" fisicamente uno di loro in un'aula universitaria. Si può avere l'impressione di un déjà vu. La Columbia University fece il primo esperimento di istruzione online nel 2001 per concluderlo due anni dopo in un fiasco. Stanford in collaborazione con Yale e Princeton lanciò il progetto All Learn nel 2003 e lo mise in soffitta nel 2006.
Ma in termini di tecnologie, stiamo parlando di un'èra geologica fa... Oggi è migliorata in modo prodigioso la possibilità di unire video e audio nei corsi, di esaltare l'interattività tra prof e studenti, di offrire moduli flessibili. Del resto perfino nell'insegnamento "tradizionale" si è dilatato l'uso di supporti digitali per prolungare l'interazione docente-studente. Le Business School del mondo intero, inclusa la Scuola di direzione aziendale della Bocconi in joint venture con l'Esade di Barcellona, offrono dei "moduli" che abbinano il seminario in aula e poi un seguito di settimane di scambi online fra prof e allievi.
Stanford e Berkeley, Harvard e il Mit sono consapevoli che stanno muovendo i primi passi su un terreno ancora più rivoluzionario: "Tra cinque anni - dice il rettore di Harvard Alan Garber - scopriremo di essere approdati a soluzioni diverse da quelle che immaginiamo ora". Il suo collega Lawrence Bacow, autore di un rapporto sull'istruzione digitale che ha attirato l'attenzione di Barack Obama, è certo che "l'insegnamento online diventerà permanente, e non farà che migliorare ". (..)
L'interesse di Obama si spiega: le nuove iniziative offrono un trampolino di lancio per estendere al mercato globale la supremazia dell'accademia americana. Cina e India sono tra gli obiettivi. Non deve trarre in inganno il fatto che queste attività nascano come non profit, e offrano corsi gratuiti. L'importante è costruire "piattaforme" tecnologiche, sperimentare i metodi didattici più validi: il business nascerà quando centinaia di università cinesi e indiane, brasiliane e russe, o perfino nella vecchia Europa, dovranno venire qui a bussare alla porta di Stanford, Berkeley, Harvard e Mit, per l'accesso a innovazioni indispensabili. (..)
Infine non è vero che questo segni la fine del rapporto tradizionale prof-studente: il corso online può essere la base di partenza, che consente ai docenti di concentrarsi sul "dopo", cioè il dibattito, il commento critico, i progetti di ricerca in squadra.
Il Department of Education dell'Amministrazione Obama ha davanti a sé un rapporto, Mastery Learning, dai risultati significativi: se in una clsse tradizionale il 50% degli studenti supera il livello di sufficienza al primo colpo, nell'equivalente online i promossi salgono all'84%.
FONTE: Federico Rampini - www.repubblica.it

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