sabato 5 maggio 2012

POSITION ART

Mountain bike, cartina stradale e telefono Gps. Sono questi tela e pennelli di un artista americano che, da un paio d'anni, percorre in lungo e in largo la sua città, Baltimora, tracciando percorsi e svolazzi che diventano opere d'arte digitali. Michael Wallace ha incominciato nel 2010, coniugando tecnologia e passione per il pedale. E da allora non si è più fermato. Si è messo a disegnare pupazzi, animali, dinosauri, oggetti di uso quotidiano. Con una fantasia senza limiti. Le mappe di Google sono la sua tavoletta di cera. Le svolte, i parchi, gli incroci e i sensi unici, i pennini che la incidono. Poi, con l'applicazione My Google Tracks, Michael scarica i suoi scarabocchi su Internet e crea gallery fotografiche che sembrano illustrazioni per bambini, fumetti urbani, itinerari buffi che vien voglia di ripercorrere, seguendo gli schizzi o modificandoli a piacere.
Wallace non è certo il primo a trasformare cartine geografiche in opere d'arte: il termine «Position Art» circola ormai da qualche anno.

A Londra, per esempio, c'è un artista - Paul Middlewick - che disegna animali sulle mappe della metropolitana. Qualche anno prima Antti Laitinen ha tracciato il suo autoritratto camminando con un telefono in pugno, dotato di satellitare. E il blogger Stavros ha lanciato nel 2008 il sito «The world is my canvas» («Il mondo è la mia tela»), dove ha tenuto traccia di quella da lui stesso definita «la più grande opera d'arte mai realizzata», passeggiando per le vie di Roma. Ma la fama di Michael Wallace, arrivata lo scorso novembre - quando il «portfolio» del 39enne è stato citato da «CoolSiteOfTheDay» - è letteralmente esplosa. Mettendo in ombra la sua attività di insegnante e consentendogli di vivere vendendo le riproduzioni dei suoi itinerari e con il contributo degli sponsor. Le foto delle sue creazioni stanno facendo il giro del mondo. Per ogni disegno, una scheda descrive caratteristiche, problemi incontrati nel «tracciato», miglia coperte. Wallace impartisce consigli su come replicare le sue spedizioni, con tanto di check-list con la dotazione necessaria. E per i progetti principali si può seguire la pianificazione del percorso. Come per il «Continental Drift», che lo vedrà impegnato a riprodurre l'intero planisfero.
FONTE: www.corriere.it

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