mercoledì 11 aprile 2012

YAHOO! IN CRISI

Chissà cosa starà pensando in questi giorni Jerry Yang che nel 1995, insieme a David Filo, fondò il portale internet (Yahoo!) che nel 2008 valeva, secondo Microsoft, 44,6 miliardi di dollari. Sono passati appena quattro anni da quell'offerta d'acquisto (rifiutata), eppure sembra passata un'eternità. Almeno per Yahoo!, un tempo il sistema gratuito di email più diffuso, la dot.com più quotata in Borsa con un massimo storico di 118,75 dollari ad azione. Poi c'è stato il crollo del Nasdaq del 2000 e il "peccato" Microsoft: oggi il titolo del motore di ricerca viaggia sui 15 dollari ad azione. Tra i motivi il perenne ritardo sui social network, su Google e sul mobile: è mancata insomma la capacità di innovare e stare al passo coi tempi.
IL PECCATO - Il peccato di rifiutare l'offerta targata Microsoft poi, è stata la grande colpa del management, una colpa di cui si continua a parlare tutt'oggi e che ha influenzato le dimissioni lo stesso Yang (che ha lasciato l'azienda all'inizio dell'anno) e del presidente Roy Bostock. Di recente si è parlato di rivolta degli azionisti che hanno fatto piazza pulita di tutti i membri colpevoli di aver rifiutato quell'offerta. A fine 2011 se n'è andata anche Carol Bartz, l'amministratore delegato licenziata con una telefonata e criticata per non essere riuscita, in due anni e mezzo, a risollevare le sorti del motore di ricerca.
MANAGEMENT - Oggi al comando di Yahoo! c'è Scott Thompson, in carica dal 4 gennaio. Gli investitori aspettano di vedere che cosa è capace di fare e qualcosina l'ha già dimostrata. Oltre all'uscita di scena di metà dei consiglieri responsabili di una serie di errori, ha incontrato gruppi di private equity e ha fatto trapelare la necessità di ristrutturazione: «La nostra leadership sta avviando un processo che porterà a novità strategiche significative - aveva avvertito Yahoo! in un comunicato qualche tempo fa - ma non sono ancora state prese decisioni definitive». Ora l'annuncio del taglio di duemila posti di lavoro, nel tentativo di tagliare i costi e cambiare strategia, dopo anni di crescita zero. Basterà? Secondo il Wall Street Journal, ulteriori tagli saranno effettuati in futuro.
FONTE: www.corriere.it

Nessun commento: