domenica 2 dicembre 2012

ECOMMERCE IN CINA: IL BOOM DI ALIBABA.COM

Una data da segnare (in rosso) sul calendario. L'11 novembre. (..) Rosso perché il commercio elettronico mondiale da quel giorno ha un nuovo padrone: la Cina, da oltre 1,3 miliardi di persone, di cui 700 milioni di iscritti ad Alibaba.com, l'alter-ego di Amazon ed eBay, specializzato nel segmento business to business. Con le sue controllate Taobao e T-mall ha venduto in un quel giorno prodotti per più di tre miliardi di dollari.
IL GIRO D'AFFARI - Tre miliardi di dollari equivalgono al montante complessivo dell'intero e-commerce del Black Friday americano del 2011 (negli Stati Uniti il primo venerdì successivo al Thanksgiving Day e tradizionalmente dà inizio alla stagione dello shopping natalizio a stelle e strisce). Di più. Questa cifra rappresenta il doppio del giro d'affari del "venerdì nero" 2012 delle vendite dirette, non mediate cioè da un canale elettronico. Cresciute, comunque, del 25% rispetto all'anno precedente, segno di una ripresa dei consumi sul mercato americano in contro-tendenza rispetto alla "depressione" della vecchia Europa.

LA MIDDLE CLASS - A trascinare i consumi elettronici dei cinesi fattori di origine culturale/sociale ed economico. Come il progressivo miglioramento delle condizioni di vita della middle class cinese. Una ceto-medianizzazione della popolazione (300 milioni di nuovi ricchi), tendente ad una condizione reddituale migliore rispetto agli anni precedenti, nonostante la complessiva frenata del pil cinese, dopo oltre un trentennio di crescita a doppia cifra, a partire dalle liberalizzazioni (e il progressivo abbandono del socialismo reale), operate da Deng Xiaoping (1978).
LE STRATEGIE DI MARKETING - Non solo. Dice Giuliano Noci, prorettore del polo cinese del Politecnico di Milano (e tra i massimi esperti del paese del Dragone in Italia), che il boom è avvenuto anche per la crescita della consapevolezza nel marketing digitale da parte delle imprese cinesi: «Alibaba.com ha proposto uno sconto - rileva Noci - su tutti gli acquisti della giornata, ma soprattutto ha fatto circolare la notizia con una campagna informativa lunga un anno». Così la gamma di prodotti a disposizione dell'impresa/consumatore era infinita, come mai finora su Alibaba, data l'iniziale ritrosia della nomenklatura cinese al potere (peraltro, di fresca nomina), nel concedere ampi margini di manovra a chi si muove sul web per un malinteso senso di controllo sulle masse tipico di ogni regime.
IL BOOM DEI DEVICE MOBILI - A tutto ciò si accompagna al boom di device mobili, come smartphone e tablet. Utili per gli acquisti online. E a giovarsene è ormai quello che è diventato il primo mercato mondiale (elettronico). Esserne esclusi assume - per i marchi del made in Italy - i connotati dell'ennesima occasione sprecata per un Paese come il nostro privo di efficaci reti distributive, e quindi teoricamente ancora più interessato al web.

Credits www.corriere.it - Fabio Savelli

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