mercoledì 13 novembre 2013

CYBERFALLIMENTI



A proposito di cyberfallimenti, qui trovate un'interessante ricostruzione del caso Boo.com

6 commenti:

Unknown ha detto...

Direi che gli elementi fondamentali di questo caso siano molteplici e tutti correlati.
Si vede alla base una buon'idea di partenza che però non è stata sostenuta da un buon rapporto con l'utenza. infatti «Il 99% delle case europee e il 98% di quelle Usa non hanno l' accesso a banda larga che sarebbe necessario» (Corriere della sera 20 maggio 2000) questo rendeva impossibile o comunque molto difficoltosa la consultazione del sito.quindi non si è tenuto conto delle necessità della domanda e questo ha causato il tracollo della start-up.
Margherita Caprara

AL - Blog admin ha detto...

Ottimo!
Brava Margherita, grazie per il contributo e per aver 'rotto il ghiaccio':)

Anonimo ha detto...

Credo che abbiano toccato troppi settori con i loro prodotti, ignorando la qualita del prodotto e puntando tutto sul brand.Hanno ottenuta la fama iniziale che ha permesso , classica del prodotto nuovo ma non sono riusciti a tener testa a quello che chiedeva la domanda. Credo che il loro modo di farsi conoscere attraverso internet sia stato troppo, hanno ideato un sito commerciale troppo complicato ed esteticamente troppo difficile da comprendere per le persone che non sanno niente di internet, e cio impedis e gran parte delle vendite online di essere effettuate.

Matricola Imane Chrifi

AL - Blog admin ha detto...

Ottimo.
Quindi possiamo sintetizzare che è importante, come abbiamo detto lezione, che un modello di business preveda il “presidio” della tecnologia", nel senso di adottare soluzioni tecnologiche adeguate ai device, alle rete e, più in generale, alle abitudini di uso di internet da parte dei consumatori.
Soluzioni troppo avanzate rischiano di essere inutilizzabili e di fallire.

Rachele ha detto...

Pare che oltre alla complessità del sito ed ai problemi di connessione causati dalle immagini troppo pesanti, la principale causa del fallimento di Boo.com sia stata sia la mancanza di un amministratore delegato con sufficiente esperienza, sia di un'efficiente ricerca di mercato. Nonostante ciò penso che gli ideatori siano stati molto coraggiosi a creare un negozio virtuale così esclusivo e che se gli affari fossero andati come avrebbero sperato, Boo.com sarebbe diventato il sito di shopping online più innovativo e creativo del momento.

AL - Blog admin ha detto...

Brava Rachele, anche per le ragioni che lei espone, Boo.com è una case history studiata attentamente nelle business school.